Orge di colore

BASILEA -
Era come un eccitato balletto onirico. Un lucido delirio alimentato anche dall'alcool. Sulle musiche di John Cage, Strawinskij, o qualche pezzo schizofrenico da grande jazz, si muoveva intorno alla tela distesa a terra in una coreografia di gesti, facendo sgocciolare da quel pennello che teneva in mano come una penna da poeta le sue orge di colore, che non inseguono più figure razionali o surreali, ma il ritmo emotivo della vita di un quadro. Jackson Pollock, il padre dell'Action Painting, all'alba degli anni Cinquanta, aveva escogitato il suo linguaggio personale, molto esistenziale, fortemente rivoluzionario, violentemente visionario, forse, in una parola, mitico. Lui stesso affermava: "Sul pavimento mi sento più a mio agio, più vicino, più parte del quadro, posso camminarci intorno, lavorare da quattro lati diversi, essere letteralmente dentro al quadro".
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