
ROMA - "In quegli anni Settanta eravamo un manipolo di ragazzacci provenienti dall'arte concettuale che, proprio per questo, facevamo i conti con l'azzeramento del linguaggio. Eppure, avevamo imparato qualcosa e con noi la Transavanguardia ha inaugurato la meta-pittura, che sarebbe la pittura senza talento".
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