Lisboa Minha Cidade

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Mirador de Santa Luzia

quinta-feira, setembro 27, 2007

Tormenti metallici


Roma - L'emotività del ferro, il tormento del piombo, l'estasi del bronzo, il dolore del cemento. Quasi una lotta impari dello scultore con la materia esistenziale, uno scontro fisico tra artista e opera. E' stato questo l'obiettivo ambizioso di Francesco Somaini, raffinato e virtuoso protagonista della stagione informale italiana, in quel trasfigurante tramonto degli anni Cinquanta, che viene celebrato ora, a due anni dalla scomparsa, dalla Galleria nazionale d'arte moderna con un'antologica aperta fino al 25 novembre, sotto la cura della figlia Luisa e di Mariastella Margozzi. Una rassegna che focalizza con molta attenzione il cosiddetto "periodo informale" di Francesco Somaini, sviluppato tra il 1957 e il '64, momento di spiccata frenesia sperimentale in cui l'artista escogitava addirittura un "fare scultura" anche attraverso la creazione di un nuovo materiale, che per la prima volta veniva utilizzato appositamente per la scultura. Il conglomerato ferrigno, un cocktail plastico di cemento e ferro, una creatura magmatica vitale che non rappresenta semplicemente "la sottolineatura di una nuova, nascente, fase della sua scultura - come avverte la Margozzi - piuttosto sta a significare anche che da quel momento in avanti la materia costituirà una parte irrinunciabile nella creazione delle sue opere, sarà coinvolta in un tutt'uno con l'idea, la sostanzierà, così come la sostanzierà la tecnica utilizzata".

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