Mulas, fotografo dell'arte

ROMA -
"Non sono stato neanche un dilettante fotografo: la prima foto che ho fatto l'ho subito venduta. Ero uno studente, bivaccavo quasi sempre in quella specie di caffè che era allora il Jamaica, una latteria dove si riunivano dei pittori. Qualcuno m'ha prestato una vecchia macchina e mi ha detto: un centesimo e undici al sole, un venticinquesimo cinque-sei all'ombra. E io, con un'enorme diffidenza, ho preso in mano questa macchina". E in quel locale milanese, nel '53, Ugo Mulas ha cominciato a ritrarre i suoi amici artisti, un piccolo mondo antico di individui straordinari, da Piero Manzoni a Emilio Tadini, che amava riunirsi intorno ai tavolini, tra caffè, panini e sigarette, a parlare di neoavanguardia.
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