Lisboa Minha Cidade

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Mirador de Santa Luzia

quarta-feira, março 26, 2008

Cartoline da Venezia


TORINO - A una prima occhiata appariva solo come una scatola. Ma scrutandola più attentamente rivelava alcune sorprese. Aveva un solo foro su un lato, ma rivestito da una lente, che diventava un portento. Era capace di proiettare un'immagine esterna "rovesciata e invertita" sul lato opposto, complice uno specchio messo obliquo all'interno della scatola. Immagine che a sua volta veniva riproiettata su un vetro "smerigliato" su cui si poteva poggiare il foglio di carta per eseguire il ricalco. Una scatola delle meraviglie, meglio nota come la camera ottica, concepita nella seconda metà del Cinquecento, ma che divenne la fida compagna dei vedutisti veneziani del Settecento, strumento di una tecnologia impeccabile con cui concepirono tanti capolavori, raffinate composizioni panoramiche di architetture brulicanti di vita umana, che potevano inseguire il dettaglio scrupoloso, ma anche perdersi dietro al vezzo della fantasia, giocare con l'enfasi poetica o rimarcare la missione realistica, ma sempre sul filo rosso della spettacolarità scenografica orchestrata sull'utilizzo ardito di più punti focali, come a mettere in scena in pittura un effetto di grandangolo fotografico.

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